SWFJ1-00019-OA

croce (astile)

OGGETTO
arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica


AUTORE
Bosio, Giacomo Antonio

CRONOLOGIA
sec. XVIII

MATERIA E TECNICA
legno | argento | bronzo


NOTIZIE STORICHE-CRITICHE
La paternità della croce astile all’orafo mantovano Giacomo Antonio Bosio è attestata dal punzone della bottega all’insegna dell’Aquila. Nato a Mantova nel 1722, figlio dell’orafo Carlo, ricoprì cariche importanti nella Corporazione degli orefici. Nel 1764 fu nominato prevosto e per diversi anni assunse la carica di massaro. Nel 1792 fu Delegato per l’Arte in sostituzione di Giovanni Bellavite. Il 30 agosto 1787 dichiara di aver bottega a Mantova nella contrada degli Orefici al civico 2607, di avere due lavoranti e due garzoni e di avere adottato il punzone del padre con il simbolo dell’Aquila. Nell’inventario della prepositurale di Castel Goffredo datato 1781, tra gli oggetti mobili della chiesa, è elencata anche questa croce astile d’argento del peso di 78 once (ca. 2,250 kg) eseguita nel 1774 a spese dei fedeli per onorare ed adornare l’antico altare di Santa Caterina. A Castel Goffredo la comunità dei fedeli doveva infatti curare il decoro degli altari e sovvenire alle necessità dei medesimi. Tale dovere era ricordato anche nell’inventario degli arredi della chiesa redatto nel 1762. La grande croce appartiene a quella ricca serie di arredi liturgici sontuosi che si avvalgono del rigoglioso linguaggio rocaille per una forte esaltazione del Sacro. La preziosa materia si piega, si arriccia, si gonfia, si distende in soluzioni volumetriche e decorative che plasmano ogni singola parte.

STATO CONSERVAZIONE
buono

BIBLIOGRAFIA
Rapposelli F., D’oro e d’argento. Giovanni Bellavite e gli Argentieri Mantovani del Settecento

LOCALIZZAZIONE
Palazzo dell’Antica Prevostura, Castel Goffredo, Mantova – Italia