SWFJ1-00046-OA

dipinto

OGGETTO
pittura

SOGGETTO
Sacro – Sant’Agostino abbatte l’eresia


CRONOLOGIA
sec. XVII

MATERIA E TECNICA
tela

MISURE
la cornice misura cm 217×138

dipinto
DESCRIZIONE BREVE
Personaggi: Sant’Agostino di Ippona. Figure: tre uomini; angioletto. Attributi: Sant’Agostino: mitria; pastorale; saio nero agostiniano; libro; cuore ardente. Simboli: Sapienza: corona di alloro. Abbigliamento religioso: veste nera agostiniana. Oggetti: libri; calamaio; penna d’oca. Mobilia: tavolo; sedia. Fenomeni atmosferici: nuvole.


NOTIZIE STORICHE-CRITICHE
Fino al trasferimento negli spazi museali nel 2017, la tela era depositata nel solaio della prepositurale di Sant’Erasmo e ad oggi non ne è nota la provenienza. La raffigurazione ha una grande forza persuasiva e simbolica con Agostino abbigliato con il saio nero dei frati agostiniani e lo sguardo rivolto verso l’osservatore, mentre si erge sopra tre uomini caduti ai suoi piedi che rappresentano gli eretici. Nella mano sinistra tiene il Cuore fiammato simbolo del suo fervore religioso mentre con la destra scrive su un libro aperto, segno della sua volontà di dischiudere al popolo la verità delle Sacre Scritture. Il soggetto è strettamente legato alla storia di Castel Goffredo della metà del XVI secolo. È infatti datata al 1550 una lettera indirizzata dal cardinale Ercole Gonzaga al fratello Ferrante, governatore di Milano, in cui si legge “Castelgifredo è fatto quasi tutto luterano” (la lettera è conservata presso l’Archivio di Stato di Mantova). È noto che in seguito ai fermenti riformistici che interessano la Cristianità già dal XV secolo, nel 1517, il frate agostiniano Martin Lutero diede voce allo scandalo legato alla vendita delle indulgenze dopo aver compiuto un viaggio a Roma. Secondo alcuni storici durante il percorso si fermò presso il convento agostiniano dell’Annunciata, sul confine tra Castel Goffredo e Medole, all’epoca punto di riferimento della comunità. La raffigurazione rimanderebbe quindi al ritorno della comunità nell’ambito dell’ortodossia cattolica. Stilisticamente il dipinto è ascrivibile all’ambito mantovano e databile al quarto decennio dei XVII secolo. Particolarmente significativo risulta il confronto con la tela dedicata al medesimo soggetto attribuita a Giovanni Lanfranco e databile al 1636-39 conservata nella cappella di Sant’Agostino della chiesa omonima a Roma (rione Campo Marzio).

STATO CONSERVAZIONE
buono

LOCALIZZAZIONE
Palazzo dell’Antica Prevostura, Castel Goffredo, Mantova – Italia